Noi Italiani siamo conosciuti all'estero per le nostre movenze e per la gestualità che mettiamo in atto quando parliamo, scherziamo e siamo in gruppo. Non tutti i popoli, però, condividono gli stessi gesti e, soprattutto, i significati che noi associamo ad essi. Vediamo quali sono i 5 gesti da evitare qualora ci troviamo in un paese straniero.
Se vi trovate in Gran Bretagna o in alcune colonie inglesi ed eseguiamo il segno di vittoria in maniera incorretta, mostrando il dorso della mano all'avversario, sarete considerati come una persona che vuole insultare coloro che incontra sul proprio cammino. Evitate, inoltre, il segno della vittoria, qualora vogliate ordinare due birre in un pub: meglio imparare il linguaggio base e ordinarle a voce.
Avete presente quando volete impressionare un bimbo, dicendogli che vi siete presi il suo nasino? Solitamente, mettete il pollice tra l'indice e il medio. In Turchia, tale gesto non è di certo uno dei migliori, anzi: se provate a giocare in questo modo con un ragazzino, gli direte, sostanzialmente, di andare a quel paese in maniera iper volgare. Non vi conviene!
In Grecia, il moutza, o meglio, mostrare il palmo della propria mano a dita aperte, come se, sostanzialmente, sgranaste le dita per mostrare un cinque è visto come un vero e proprio insulto e, in alcuni casi, come minaccia. Ciò accade perché tale gesto ricorda agli ellenici una maledizione, significato che viene, oltremodo, attribuitogli dagli abitanti del Pakistan.
Chi, almeno una volta nella vita, non ha fatto il segno Ok, congiungendo pollice e indice. Tale segno è condiviso dalla stragrande maggioranza dei paesi mondiali, ma in Brasile pare non sia poi così tanto apprezzato. Il significato positivo che ha per noi, infatti, diventa un insulto degno di nota in Brasile, equiparabile al nostrano vocabolo "Stronzo".
Per noi e per altri abitanti del globo terreste, alzare il pollice in su indica approvazione, ma è da evitare caldamente in Iran, dove equivale, sostanzialmente, al nostro dito medio che usiamo da solo per invitare le persone che ci infastidiscono ad andare a quel paese.