Tra gli uomini è uno dei gesti scaramantici più diffusi ma per la Corte di Cassazione, toccarsi i genitali mentre ci si trova in strada rappresenta soltanto un gesto indecente e come tale punibile con una multa. Per fare gli scongiuri, pertanto, si dovrà trovare un altro modo, magari meno appariscente oppure attendere di esser da soli in casa. Con la sentenza 8389 la Corte ha confermato una multa di 200euro nei confronti di un 42enne comasco che "sulla pubblica via si toccava vistosamente i genitali (da sopra i vestiti)".
L'uomo era stato condannato dal tribunale di Como l'11 maggio dello scorso anno. Contro questa decisione ha fatto ricorso in Cassazione sostenendo che il gesto da lui "effettuato, equiparato a un grattamento, non era nient'altro che un movimento compulsivo e involontario, probabilmente finalizzato alla sistemazione della tuta da lavoro".
La terza sezione penale della Suprema corte non ha condiviso questa tesi e, dichiarando inammissibile il ricorso, ha messo nero su bianco che "il palpeggiamento dei genitali davanti ad altri soggetti, in quanto manifestazione di mancanza di costumatezza ed educazione, deve considerarsi atto contrario alla pubblica decenza, concetto comprensivo di quel complesso di regole comportamentali etico-sociali che impongono a ciascuno di astenersi da condotte potenzialmente offensive del sentimento collettivo della compostezza del decoro, generanti disagio, disgusto e disapprovazione nell'uomo medio".
Il 42enne, oltre a dover pagare i 200 euro di multa, dovrà versare anche 1000 euro in favore della cassa delle ammende.