Per alcuni è un risparmiatore, ma per altri è solo coerente con la filosofia dei mobili a basso prezzo che ha inventato. Comunque la si pensi, Ingvar Kamprad, fondatore dell'impero Ikea, conduce una vita frugale. Nella classifica mondiale delle persone più ricche è al settimo posto, ma in realtà vive come un modesto pensionato. Guida una vecchia Volvo degli anni '90, a fare la spesa ci va nel pomeriggio quando i prezzi sono più bassi che al mattino e quando viaggia predilige i voli "low cost".
Dell'ottantunenne imprenditore riferisce il tabloid Daily Mail. Ne parla come di un uomo dedito all'alcolismo da sempre, molto parsimonioso, quasi tirchio e con un passato da simpatizzante nazista in gioventù. Il gigante mondiale dei mobili componibili ha lasciato le redini dell'impero ai tre figli, Peter, di 44 anni, Jonas di 41 e Matthias di 39 e si è stabilito in un cottage in Svizzera. Naturalmente rigorosamente arredato con mobili e oggetti Ikea montati da lui stesso!
Dunque Ingvar Kamprad è un uomo comune, nella vita come nell'aspetto: tanto che ha rischiato di non poter ritirare il premio come "businessman" dell'anno poiché le guardie del corpo impegnate per la serata, vedendolo arrivare in autobus non volevano farlo entrare. Barba e capelli solo 7.50 euro - Anche quando si trova a Londra l'imprenditore svedese non si concede "lussi": evita di muoversi in taxi e sceglie la metropolitana o l'autobus. Si vanta anche di avere lasciato il suo parrucchiere di fiducia dal quale si serviva da anni per uno che per lo stesso servizio lo fa risparmiare perché gli costa solo 7,50 euro.
Del suo essere avaro egli stesso dice: "Con i soldi sto abbastanza attento. Sono una specie di scozzese di Svezia. D'altronde se incomincio a comprare beni di lusso spingo gli altri a imitarmi ed è importante che i leader diano il buon esempio". A riprova di questo, mister Ikea per esempio non frequenta ristoranti costosi e locali di lusso. Il massimo forse lo ha raggiunto quella volta che, per il suo spiccato senso del risparmio, ha ripiegato e consegnato al sindaco del suo paese il nastro inaugurale della statua a lui dedicata. Porgendogliela avrebbe detto: "Può essere ancora usato".