Quando porti nome e cognome di un personaggio importante, vip e politico, non sempre la tua vita ti riserva episodi comici, come si pensa, a volte puo' diventare un "inferno". Il telefono di casa che squilla "h24", i fan che ti assediano la casa e altre 'rotture' varie. E' quanto emerge da un'indagine del settimanale "Grazia" che ha intervistato persone comuni che hanno pero' la sfortuna di chiamarsi con nomi celebri.
Si comincia con la signora Monica Bellucci, 38 anni, bionda con gli occhi azzurri, vive a Roma, è casalinga e madre di tre figli. Ha molti ammiratori che la insidiano e un giorno, stufa di un pretendente che si struggeva per la vera Bellucci, ha deciso di vendicarsi: gli ha dato un appuntamento davanti ad un teatro e poi non si è presentata.
Poi c'è Maria De Filippi, di Bologna, quando ha cercato di segnalare un guasto alla linea telefonica si è sentita rispondere dall'operatore: "Che fa signora, ci prende in giro?".
L'omonima di Simona Ventura, invece, vive in Emilia e fa l'operaia in una fabbrica di pompe idrauliche: "Sono bionda come Simo, ma ho gli occhi azzurri. E ogni volta che ricevo promozioni gratuite dalle compagnie telefoniche mi chiedo come mai". E aggiunge: "Io Stefano Bettarini me lo sarei tenuto in casa volentieri...".
Di Giulio Andreotti in Italia ce ne sono cinque. L'omonimo napoletano del senatore a vita di mestiere fa il venditore ambulante di ricambi per elettrodomestici e ogni tanto, confessa a Grazia, a chi gli domanda se sia parente del noto politico risponde: "Sì, cosa le serve?".
Più audace il signor Bruno Vespa, omonimo del conduttore di Porta a Porta. Ora è in pensione ma prima faceva il muratore e un giorno ha tentato di dare una svolta alla sua vita chiamando proprio Vespa alla Rai, per chiedergli un lavoro.
Due omonimi di Umberto Bossi non si divertono affatto a portare questo nome: come Bossi vivono nella provincia di Varese ma non sono affatto leghisti.
Sono addirittura cinque i Gianfranco Fini che vengono dall'Emilia come il leader di Alleanza Nazionale. Uno di loro in particolare è fiero del nome che porta anche se milita nel partito di Walter Veltroni e sopporta con pazienza le battute e gli scherzi dei suoi compagni di partito quando fa il volontario alle feste dell'Unità. Solo una volta è venuto meno ai suoi principi: davanti ad una poliziotta che voleva multarlo per guida senza cintura di sicurezza, non ha chiarito la sua estraneità con il leader della destra. Ha mostrato la sua carta d'identità e se n'è andato contento di non aver ricevuto la multa.
Antonio Di Pietro, romano, fa il pilota dell'Alitalia e racconta: "Ho ricevuto diversi messaggi d'amore indirizzati all'ex magistrato. Quando l'ho incontrato sull'aereo l'ho abbracciato e gli ho detto "Che momenti mi hai fatto passare"! Oramai è come se fossimo parenti". Non tutti però la prendono con filosofia.
I tre Riccardo Scamarcio che vivono nella stessa cittadina pugliese (Andria) in cui è nato l'attore, non ne possono più di lettere, telefonate e assedi da parte della ragazzine che non si arrendono neanche davanti all'evidenza.